La vitiligine è una malattia cronica con scolorimento irregolare della pelle. La pelle non può più pigmentarsi a causa dell’inibizione o della distruzione delle cellule che formano il pigmento.
La tendenza a contrarre la vitiligine è probabilmente ereditaria. Le cause non sono ancora chiare. Si presume che questa sia una malattia autoimmune in cui le sostanze proprie del corpo distruggono le cellule del pigmento.
La vitiligine si trova più frequentemente sul viso, sul collo, sul dorso della mano e sulla regione genitale. Non provoca alcun sintomo e non è contagiosa. Nonostante questo, a causa dell’impatto estetico, la qualità della vita delle persone colpite è talvolta gravemente compromessa.
Terapia della vitiligine
La vitiligine può essere difficile da gestire, in quanto non è guaribile e il decorso della malattia non è prevedibile. Tutte le aree depigmentate sono predisposte a gravi ustioni solari e devono essere protette con indumenti o filtri solari. La terapia tradizionale di prima scelta è a base di steroidi topici potenti, che possono però causare ipopigmentazione o atrofia della cute normale circostante. Gli inibitori topici della calcineurina (tacrolimus e pimecrolimus) possono essere una alternativa per trattare le zone della cute (come viso e inguine) dove si verificano più comunemente gli effetti avversi dei corticosteroidi topici. Può essere utile anche l’associazione di calcipotriene più betametasone dipropionato.
In caso di vitiligine diffusa si esegue in ambito ospedaliero la fototerapia UVB a banda stretta.
Nei pazienti selezionati con patologia stabile e limitata che non rispondono alle terapie mediche possono essere eseguite terapie chirurgiche (microinnesto autologo e/o innesto di frammenti cutanei) e tatuaggio cosmetico.
Vitiligine (Leucodermia). Aree del corpo più colpite: bocca, mani, genitali, coccige.
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